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Nuovo gas refrigerante R32

E’ ormai sotto gli occhi di tutti come mese dopo mese aumenti la consapevolezza sulla responsabilità che ciascuno di noi ha nel preservare al meglio possibile il mondo in cui viviamo nel rispetto verso di noi e di chi verrà dopo di noi.

La lotta ai mutamenti climatici, ed in particolare all'effetto serra, sta spingendo le aziende produttrici, i consumatori,  ed i legislatori di molti paesi (con in prima linea quelli europei), a ricercare soluzioni sempre più compatibili con l'ambiente.

Il parametro chiave per valutare un gas refrigerante sotto il profilo della compatibilità ambientale si chiama GWP, ovvero Global Warming Potential. Possiamo quindi sbrigativamente sintetizzare dicendo che il GWP rappresenta l’effetto serra prodotto da 1 kg di gas refrigerante se liberato in atmosfera. Un gas refrigerante con un GWP più basso indica quindi un gas che se liberato in atmosfera produce minori danni all’ambiente.

Purtroppo però il GWP non è l'unico aspetto da tenere in considerazione per valutare l’impatto ambientale di un gas refrigerante. Un altro parametro altrettanto importante è l'efficienza energetica intrinseca del gas. Un gas refrigerante meno efficiente infatti richiederà maggiore energia per effettuare lo stesso lavoro, e quindi indirettamente produrrà un maggiore inquinamento (almeno fino a quando una fetta rilevante dell'energia elettrica verrà prodotta da fonti fossili).

Negli ultimi tempi i principali produttori di sistemi di climatizzazione ad espansione diretta hanno iniziato ad introdurre sul mercato, partendo da quello residenziale (ovvero da quelli che vengono comunemente ed un po’ impropriamente chiamati “split”), una gamma sempre più ampia di prodotti mono e multisplit utilizzanti  come gas refrigerante il difluorometano (CH2F2), commercialmente denominato R32.

L’ R32, oltre ad essere privo di cloro, ovvero a non provocare danni all’ozono, è caratterizzato da un GWP pari a 650, ovvero inferiore del 68 % rispetto all’ R410a, che fino a quel momento era il gas presente nella (quasi) totalità dei climatizzatori d’aria ad uso residenziale e commerciale, e che ha un GWP pari a 2'088.

A questo vantaggio, già di per se rilevante, se ne aggiungono inoltre altri due.

Il primo è che l’ R32 consente di utilizzare una minor carica, ovvero che abbiamo bisogno di meno gas a bordo unità per ottenere gli stessi rendimenti.

Il secondo è che ha un ciclo termodinamico più efficiente (vedi diagramma) mantenendo comunque pressioni di lavoro quasi uguali a quelle dell’ R410a.

 

Il risultato del combinato disposto di queste 3 qualità lo potete vedere nel caso pratico dell’unità tipo da 3,5 kW riportata in tabella, dove siamo riusciti a ridurre del 78 % la capacità di C02-equivalente, ovvero di produzione di effetto serra.

 

Sintetizzando quindi l’R32 è più efficiente e molto meno dannoso sull’ambiente.

Tutta questa meraviglia ha però anche alcuni aspetti di cui è necessario tener conto in fase di scelta della soluzione impiantistica.

In primo luogo ricordiamo che le normative europee ed italiane in materia di tutela dell’ambiente già dal 2013 prescrivono che ad installare questo tipo di prodotti siano solo ed esclusivamente Installatori Qualificati e Certificati che abbiano sostenuto un apposita certificazione aziendale denominata F-Gas ed iscritte ad un apposito albo pubblico (si parla di F-Gas regulation). In caso di infrazione, trattandosi di materie ambientali, sono previste sanzioni pesanti sia per l’installatore che per il suo committente.

Questo aspetto diventa ancora più importante quando parliamo di climatizzatori funzionanti con il nuovo gas ecologico R32 perché è un gas più delicato. Come gli esperti di fisica tecnica e di chimica ci dicono infatti  i gas a GWP più basso di norma sono caratterizzati da un maggior livello di pericolosità. Nel caso specifico dell’R32 nulla che un installatore Qualificato e Certificato non possa gestire, ciò nonostante diventa ancor più indispensabile la professionalità dell’installatore.

Sotto il profilo della sicurezza infatti tutti i gas refrigeranti sono soggetti a 2 classificazioni.

La prima riguarda l'infiammabilità, la seconda la tossicità. Per quanto riguarda l’infiammabilità in base alla normativa EN-378 attualmente in vigore i gas refrigeranti vengono divisi in 3 categorie: La Classe 1 è quella dei gas che non presentano propagazione di fiamma (se sottoposti alla prova all’aria a 60°C e 101,30 kPa). La Classe 2 è quella dei gas a minore infiammabilità. La Classe 3 è quella dei gas a maggiore infiammabilità.

In base alla UNI 378 (ricordiamo a chi cita la ISO 817 che è una norma americana) l’ R32 è classificato in Classe 2. Questo vuol dire che nella maggior parte dei casi può essere utilizzato tranquillamente e che un Installatore Qualificato può facilmente verificare questi aspetti.

L’R32 infatti non si accende se la concentrazione nell’ambiente è inferiore al limite di infiammabilità (0,306 kg/mc), e le norme ci dicono come fare per verificare di operare in tutta tranquillità.

Dal punto di vista del calcolo della Carica Massima Ammessa in un ambiente la norma EN IEC-60335-2-40 ci viene in contro specificando che:

CARICA MASSIMA = 2,5 x LFL ^1,25 x h x √A

Dove:  LFL = Limite inferiore di infiammabilità caratteristico del gas (in kg/mc)

            h = altezza d’installazione

            A = Area dell’ambiente

Con la precisazione ulteriore che sotto il valore di 4 x LFL, (che nel caso dell’ R32 = 1,224 kg), non vi è alcuna restrizione.

Questo senza poi tener conto che comunque  l’ R32 non si accende facilmente e che non può essere innescato dalle scintille prodotte da interruttori o relè presenti in casa.

La tabella esemplificativa riportata qui di sotto ci può aiutare ad avere un idea dei casi in cui occorre effettivamente stare attenti e di quelli (la maggior parte) in cui possiamo utilizzare tranquillamente l’ R32 ed i suoi grandi vantaggi.

Anche dal punto di vista dell’Installatore  Qualificato non ci sono grosse particolarità, anche se alcuni aspetti vanno comunque tenuti presenti.

Il primo è che le norme tecniche alle quali i produttori si rifanno richiedono che i giunti non permanenti (ovvero le cartelle di collegamento fra l’unità e le tubazioni frigorifere) siano effettuate all’esterno, o, dove non possibile, che vengano sostituite da giunti permanenti.

Il secondo accorgimento riguarda l’impossibilità di brasare su circuiti contenenti tracce di gas R32, non solo per il rischio di infiammabilità dei residui di gas e olio in presenza di fiamma libera, quanto piuttosto per la generazione di Fosgene, che è tossico.  Pertanto, nel caso si rendesse necessaria una saldatura su una linea nella quale è passato del gas R32 occorrerà flussare abbondantemente con azoto e seguire le procedure del caso.

Un ultimo accorgimento riguarda l’attrezzatura. In linea di massima gran parte dell’attrezzatura usata per lavorare su impianti con gas R410a va bene, occorrono però alcuni accorgimenti.

Occorre infatti verificare con il produttore delle attrezzature che il cercafughe elettronico e la stazione di recupero siano omologate per l’R32. Questo è di fatto uno standard sulle attrezzature più recenti, ci potrebbe essere qualche problema con quelle più datate. Occorrerà inoltre un manometro con la scala graduata anche per l’R32.

Possiamo pertanto concludere questa relazione sintetizzando i 2 aspetti principali emersi:

Il primo è che l’R32 è un importante passo avanti per i sistemi di climatizzazione per i suoi significativi miglioramenti in termini di efficienza energetica e tutela dell'ambiente (oltre ad essere in linea con i programmi dell'Unione Euopera in materia).

Il secondo è che le prescrizioni tecnico-normative che si porta dietro vanno sempre tenute presenti ma possono essere gestite nella stragrande maggioranza dei casi senza particolari problemi da Installatori Qualificati Certificati.

 

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